Pubblicato ieri sera da Viviana su Facebook. Senza dirglielo (nel senso che lo faccio tra un pò, appena la “acchiappo” via web) ho deciso di pubblicarlo anche qui. La speranza è che parlare possa aiutare a prevenire e a guarire. Che l’indignignazione sia con voi.
di Viviana Graniero
E’ accaduto sotto i miei occhi, martedì mattina sul treno in partenza da Napoli, destinazione Roma Termini. Da qualche scompartimento vicino al mio (di seconda classe), poco prima della partenza, si sentivano urla e imprecazioni. All’inizio non era chiara la faccenda, poi, purtroppo, lo è stata fin troppo: un ragazzo napoletano si “lamentava” del fatto che il suo posto non era “praticabile” perché “puzzava di nero”. Ovviamente seguivano imprecazioni e offese contro i ragazzi extracomunitari presenti nel suo scompartimento (che avevano regolare biglietto valido fino a Roma!).
evviva l’Italia!
Credo sia necessario far sentire l’indignazione per questo malcostume di premiare i “prepotenti”, scriviamo a Trenitalia, ai quotidiani.. boicottiamo la prepotenza!
“Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio” ( Eraclito)
Quando ‘ho letto su Facebook ho subito pensato a certi film americani, all’Alabama, al Mississippi. Quando mi capita di guardarli mi dico – mi dicevo – “Meno male che in Italia non siamo così”. Le certezze purtroppo non ci sono più. Certo, che ci siano dei maleducati, dei razzisti, si è sempre saputo, ma che le autorità li premino non sta né in cielo né in terra. Già questa abitudine di dare del tu ai neri è un fatto che non digerisco. Ci sono luoghi – e internet è uno di questi – in cui la convenzione del tu è largamente e socialmente accettata. Ma nei rapporti di “vita reale” a chi non si conosce si dà del lei. Così al gentilissimo e simpatico cassiere nero che ogni tanto conteggia la mia spesa all’Esselunga do del lei e ne sono ricambiato. Si torna alla questione del rispetto di qualche giorno fa: in un paese civile il mascalzone che si lamentava sarebbe stato cacciato a calci dal treno o almeno portato in questura per farlo sbollire. in Italia invece, gli si dà ragione…