I know. Lo so. ‘O saccio

by Matteo Arfanotti

by Matteo Arfanotti

“… Per apprendere bisogna in primo luogo capire. Poi studiare. Infine connettere ciò che si è capito e studiato a contesti di vita reale. Il resto è noia. Roba per cacciatori di crediti. Studenti senza qualità.” (ENAKAPATA) … quanto mi piace … io l’ho dedicata a mia nipote che quest’anno ha la maturità!
Questa volta è stata la mia @amica Simona Salvatore a darmi due buone notizie e un’idea.
Partiamo dalle buone notizie. La prima è che sta leggendo il libro, e come sapete  io sono della serie chi trova una lettrice, un lettore, trova un tesoro. La seconda, per la verità non me l’ha data lei, l’ha scoperta il vecchio scugnizzo napoletano che alberga, insieme a tanti altri, in me, è che ha segnalato Enakapata anche sul gruppo Libri che Passione, al quale mi sono naturalmente iscritto.
L’idea è quella di spendere ancora qualche parola su cosa vuol dire studiare e sul perché è importante studiare. L’ultimo dolore l’ho avuto da una studentessa che ha affermato, candida, che lei in 3 giorni prepara gli esami da 3 crediti e in una settimana quelli da 6, “poi qualunque voto lo prendo”, la sua serafica conclusione.
Detto che preparare non è il verbo giusto in casi come questi, impreparare andrebbe già meglio, vorrei evitare però di ridurre tutto a una questione dei ragazzi, perché insieme o forse anche prima c’è una questione istituzioni, dalla scuola elementare all’università, e una questione prof., troppo spesso mal preparati, senza un minimo di amore per il loro lavoro, o anche solo demotivati, umiliati perché sono pagati male e trattati peggio, che è più comprensibile ma produce lo stesso effetto dal versante dei ragazzi.
Io un’opinione me la sono fatta, ma prima di dirvela mi piacerebbe foste voi a raccontare la vostra. Allora, forza, non lasciate tempo al tempo, che gli esami si avvicinano.

12 thoughts on “I know. Lo so. ‘O saccio

  1. E’ la seconda volta, in pochi giorni, che mi ritrovo a raccontare la stessa cosa, seppure in discussioni diverse. Io non sono in cerca di crediti, non mi servono voti alti, non devo dimostrare niente a nessuno e, il mio”sapere” o “non sapere”, non potrà portarmi alcun vantaggio nel mondo del lavoro poichè non ci sarà mai alcun “pezzetto di carta”che ne attesterà l’esistenza. Ho mollato il liceo ancora adolescente eppure, paradossalmente, è proprio da allora che ho cominciato a studiare, da sola, per me. Perchè? Perchè mi piace. Perchè cerco sempre di migliorare me stessa sotto ogni aspetto. Perchè se c’è qualcosa di me che non mi piace cerco di cambiarla e renderla gradevole. Perchè mi piace sapere le cose. Mi piace parlare con cognizione di causa, non sopporto l’approssimazione e quelli che parlano senza dire nulla. E invidio i ragazzini che hanno ancora il mondo e il futuro a portata di mano e vorrei far capire loro in che condizione fortunata si trovano. Possono, semplicemente possono. Se solo lo volessero.

  2. Di esempi negativi di prof di scuola e università ce ne sono a palate…. anche io potrei raccontare episodi incresciosi capitati ai miei figli all’università….
    Il problema non è questo, o non solo, è che si ha la brutta sensazione che la preparazione e la cultura in genere in questa società non servano a granchè, insomma non pagano.
    Si va avanti con tutt’altre “qualità”, e chi ce la mette tutta, si ritrova a fare call-center, oppure deve andar via, quindi perchè “faticare” ?
    Rimangono solo quei pochi o , spero, tanti che studiano ed imparano perchè ci credono ancora, credono ancora che tramite il “sapere” migliora la qualità della nostra vita, si aprono nuovi orizzonti, si è capaci di guardare un po’ più lontano, e visto i tempi che corrono …non è poco.

    • Cara Concetta, hai perfettamente ragione: la cultura in questa società vale poco ed è uno dei motivi per i quali mi vergogno di essere 22enne in questo periodo. Avrei voluto avere la stessa età nel 68 ed essere una 68ina , ma purtroppo la macchina del tempo non l’hanno ancora inventata:-) …Io credo chela maggior parte noi giovani non siano in grado di migliorare questa malata società ma spero vivamente che prima o poi si ritorni a rivoluzionare e diffondere valori! :) Questo dipende da tutti noi, giovani del 2000….anche da me che invece di scrivere potrei anche attivarmi.

      • Nel ’68 avevo 10 anni, ma non salvo tutto…il 6 politico, il credere che con quallche slogan si potessero risolvere problemi seri…, certo ci sono state spinte importanti, ma mettere sotto accusa la meritocrazia ha prodotto qualche guaio…

  3. Questo post è stato scritto nel momento più adatto. Gli esami si avvicinano e noi siamo sempre + tesi e nevrotici del solito ( almeno parlo per me che sono più che esaurita in questo momento ..ahahha tranquilli che non voglio rovinare l’armonia e questo bel clima che si è creato nell’Enakapata World anzi….)
    La mia opionione su questo argomento?
    Devo essere sincera: ho 22 anni, frequento il 3 anno di università e….dire che non sono a caccia di crediti non è proprio la verità: cerco di sostenere più esami possibili perchè ho la speranza di concludere la triennale, per poi iscrivermi alla specialistica, ma non vorrei iscrivermi a quest’ultima a 30 anni…sarebbe per me un vero fallimento! Le cose che però NON faccio MAI sn ACCONTENTARMI e preparare l’esame in POCHISSIMI GIORNI: la prima perchè non credo che ognuno di noi abbia le capacità per potercela fare e raggiungere ottimi livelli, la seconda è perchè lo trovo praticamente impossibile dato che non credo che si possa capire molto in una settimana anche se molte volte questo dipende dalla difficoltà degli esami.
    Molti studenti, un pò per il mio stesso motivo e un pò per altritipo studiare poco o studiare ” a forza”, sono a caccia di crediti e quindi studiano in modo statico e pesante.E’ vero che sono grandi e vaccinati, ma non è sempre colpa loro.
    Ci sono 2 esami su 23 che,anche io vi giuro, prenderei anche con un 19, ma sapete perchè? Vi racconto una piccola esperienza comune a molti studenti come me che fanno tanti sacrifici per studiare, per pagarsi l’università e poi vengono trattati anche da incapaci: l’anno scorso, solo perchè sono donna e infastidiva la mia presenza ad un assistente, ho dovuto sostenere 4 volte lo steso esame con un risultato finale di 18 e mi disse per giunta: -Signorina, potrei metterle anche 18.5, (che come ben sapete è impossibile)-. Pensate che questi 2 esami a cui mi riferisco saranno molto più duri di questo perchè i prof non sono ben disposti verso noi tutti,
    Professori come questi ti fanno perdere l’amore per lo studio, ed inoltre l’esame stesso è una vera “mazzata”; ci sono invece altri professori, come il qui presente V. Moretti,( al quale so che non piacciono questo tipo di “complimenti” che poi tanto complimenti non sono dato che sono fondati su dati di fatto) che fanno il loro lavoro per passione e la trasmettono anche a noi studenti diventando un vero e proprio esempio di vita. E non esagero!
    Conclusione: se gli studenti sono apatici e cacciatori di crediti, non è solo colpa loro. Se professori bravissimi e coinvolgenti non hanno imput dai propri allievi beh….è colpa dei ragazzi!

    PS: con questo commento non voglio denunciare nessuno, ma far sentire la voce di noi studenti che amiamo il nostro piano di studi.

    • Carissima Fiorella hai ragione!!
      Una lezione universitaria non deve limitarsi ad un semplice riassunto del libro, ma a qualcosa che va oltre.
      Partendo dal presupposto che molti professori sembrano essere usciti direttamente dal manuale perchè sanno dire solo quello che è il contenuto del libro senza aprire la mente degli studenti ad un meraviglioso ed infinito mondo che è quello della lettura,della curiosità e della conoscenza, ritengo che gli studenti stessi siano privi di alcun senso di avventura. Dico avventura perchè,e parlo per esperienza personale,nel momento in cui studio e compro o consulto un libro per approfondire mi perdo in mille ed interessantissimi collegamenti che mi fanno quasi dimenticare da dove sono partita.
      E cosi mi ritrovo con mille libri divorati con una passione unica e che lasciano in bocca la soddisfazione di chi conosce davvero di cosa si sta parlando.
      Per ricondurmi al tema principale della discussione ci sono davvero tanti cacciatori di crediti e si riconoscono subito dalle pagine spillate nel libro perchè meno si fa e meglio è,dagli esami convalidati solo xk il voto della prova intercorso va bene cosi com è e dalla fuga dall’università appena le lezioni sono finite.
      Credo che l’università debba essere vissuta,che sia importante costruirsi passo dopo passo un mondo fatto di novità,curiosità,pagine e pagine lette in qualsiasi posto sia possibile leggere un libro o un giornale.
      E’ questo quello che ci rimarrà dopo i 3-5-10 anni di università..non sono i 180 crediti,ma i 180 motivi x vivere e continuare a chiedersi :ma perchè??

      • Le persone che volevo difendere dalla definizione cacciatori di crediti, sono le persone come me e come te Roberta che vogliono ricavare da ogni lezione, da ogni esame insegnamenti concreti da mettere in pratica nella professione come nella vita. Non ho proprio nulla da dire su tutto ciò che hai detto perchè hai espresso perfettamente ciò che siamo e ciò che vogliamo continuare ad essere; una facoltà come la nostra poi non ha bisogno certo di cacciatori di crediti….lasciamolo fare agli altri!
        Mi è piaciuto molto il tuo commento :-)..

  4. “Non vitae sed scholae discimus” era già il grande Seneca a lamentarsi con l’amico Lucilio che non impariamo per la vita ma per la scuola. Molti college americani hanno rovesciato il motto e lo hanno inciso nei loro stemmi: “Non scholae sed vitae discimus”. È questo che dovremmo scrivere a caratteri cubitali su tutte le scuole della Repubblica. Perché non devono essere un esamificio ma un’arte di apprendere. Quello che non si impara a scuola o non lo si impara più, ed ecco la sterminata serie di brutte figure ai quiz televisivi, risposte che chi ha una certa età, e che alle elementari e alle medie la geografia e la storia le ha imparate come si deve, risponde in un nanosecondo. Oppure lo si impara a costo di errori e figuracce – è quella che si chiama esperienza. Se l’errore lo fa un professore, nascerà magari un asino in più, se lo fa un avvocato, qualcuno magari finisce in galera, ma se lo fa un medico, allora…

  5. Quante cose mi sono venute in mente…..
    cerco di metterle in ordine, comincio col riferire una frase che dicono spesso gli alunni alla fine di una lezione “questo argomento sarà nel prossimo compito in classe?”, fallimento di una prof!!!! Ippica …amore mio!!!…arrivo!!!
    Mi sento male quando sento questa cosa, e la sento spesso, sono i cacciatori di voti ….come ricorda Vincenzo…
    Ma è anche colpa nostra! A scuola sta entrando , anzi è già entrata, di prepotenza la burocrazia dei voti, voti per fare media, voti per raggiungere crediti, voti per non dover studiare più, si, perchè una volta “avuto ” il voto fai un’altra cosa , quello che avevi studiato prima te lo puoi dimenticare…. non serve più!
    I genitori non chiedono più se i loro figli sanno o capiscono , ma ” quanto ha?”
    Il consiglio di classe registra voti : 4 interrogazioni….media aritmetica, 3 compiti in classe….media aritmetica….giuro… è l’unico caso nel quale detesto i numeri!!!!
    Io un’idea ce l’ho: togliere valore legale ai diplomi…tanto ormai di fatto è così.
    Come molti colleghi, lavoro con passione, ma veniamo stritolati da questo meccanismo perverso, allora, santa pazienza, giù a ripetere sempre le stesse cose, l’importante è capire, conoscere , saper utilizzare le regole che si imparano, altrimenti si esce dal mare della scuola senza neanche essersi bagnati, esttamente come si è entrati: ignoranti!
    Qualcuno riesco a convincerlo e va bene così….
    Altra questione è il sapere oltre la scuola, quella curiosità che non dobbiamo perdere mai, quella voglia di entrare dentro le cose per prendercele, e qui parlo in prima persona.
    Durante i miei 4 anni universitari, studiando solo ed esclusivamente formule e teoremi, mi sono persa un sacco di cose, avevo fretta di laurearmi, non uscivo quasi mai dal mio orticello, così sulla mia testa sono passate un sacco di cose, ho accumulato un certo arretrato…
    Mi è rimasta da allora una curiosità quasi insaziabile , che devo dire è una condizione che mi piace molto.
    Anche per questo oltre che scoltando , chiacchierando, leggendo, ci sto benissimo qui , sui blog, su FB, per me sono occasioni per saziare questa voglia di conoscere anche le cose più lontane dal mio mondo, confrontarsi e chiacchierare con persone, che mai in un altro modo avrei avuto la possibilità di incontrare e conoscere.
    Sento strani ronzii….Dormite tutti? Discorso troppo lungo?
    OK basta così….

  6. il sapere è percorrere un sentiero non battuto, a volte leggero, a volte impervio, a volte impossibile, soffrendo e godendo, piagendo e ridendo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, incontrando mostri, e fate, e alieni, e cyborg, e fantasmi, incontrando sempre noi stessi senza riconoscerci.
    Il sapere è raccogliere pietre, inchiodare legni, saldare metalli, impastare malte; e poi è assaggiare il dolce e l’amaro, il salato e l’avariato.
    Il sapere è ascoltare suoni, ritmi, e distorsioni; è correre, è camminare in montagna, è nuotare in mare aperto, è veleggiare nel cielo; è scendere nelle cavità e salire sulle pareti.
    Il sapere è cercare sempre e continuamente, arrivare, scoprire che il sentiero è ancora lungo, quindi ripartire, e scoprire ogni volta che tutto è ancora da percorrere. Ma alla fine del sentiero cosa c’è? Niente, perché quel sentiero non ha fine.

    PS citazione di Giorgio Gaber
    Ho capito!… Ho capito che non c’è niente da capire! Capire che non c’è niente da capire!… Ma non è ancora capire?

  7. Io vorrei partire dal pressupposto che il problema non è relativo (o solo relativo) allo studio “scolastico”, si può anche non essere interessati alla filosofia, alla medicina o alla giurisprudenza… e può andar bene, ma direi che la gravità del fatto sta nel non aver curiosità e voglia di imparare a tutto tondo, nella vita, in tutte le cose. Tutto si (non)prepara in 3 giorni o in una settimana e poi lo si accantona. Non si approfondisce, non ci si appassiona, non ci si innamora della conoscenza, in quanto tale. E purtroppo è vero che questa cosa è diffusa soprattutto tra i giovani, ma non è solo colpa loro (nostra?)… non gli è stato insegnato, né tanto meno prospettato un modo di approcciarsi alla vita diverso. Allora o ce l’hai dentro la voglia di sapere o sei fottuto. Si impara che basta saper fare due versi corporei per avere fortuna in TV e questo basta, anzi non solo basta è quasi l’aspirazione massima… e a che serve imparare, conoscere, tendere a migliorare?
    In compenso conosco persone che non hanno nemmeno la terza media, ma che mi danno di quelle lezioni di vita che manco il migliore degli scienziati…
    Non è un fatto di penna e libri, è un fatto di testa e di cuore…

  8. Mia nonna ripeteva spesso ” a vecchia i cient’anni vuleva campà ancora pe se mparà”.
    Ecco, credo che in questa frase ci sia la spiegazione del perchè sia importante studiare. Non per meritare crediti, per finire presto gli studi o anche solo per trovare lavoro, cosa quest’ultima giustissima, ma per imparare, per conoscere nuove cose ed aumentare il bagaglio del proprio sapere e del proprio fare.La conoscenza e il sapere non possono essere misurati solo dal voto che ti fa strappare un esame e ti fa giungere prima alla meta desiderata ma dalla capacità di mettere in atto ciò che si è appreso , continuando ad apprendere per migliorare e migliorarsi.

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