di Giancarlo Iorio
Caro Vincenzo,
ti voglio premettere qualche informazione sulla recensioe fotografica di ENAKAPATA.
Mi sono ispirato al concetto gramsciano di letteratura. Ho dato da leggere il libro a diversi personaggi di differente estrazione e cultura e li ho fotografati mentre, nel loro ambiente, leggono.
Le foto sono state eseguite con un apparechio digitale, perchè purtroppo non ho più la camera oscura e non potrei stampare delle foto eseguite in modalità analogica. Le foto sono a colori ma naturalmente si può visionare anche la versione in bianco e nero, specie per alcune di esse. Spero che il lavoro complessivamente non ti deluda. Qualche ritocco ancora e domani ti mando tutto.
Ecco dunque alcuni dei “devastanti” effetti della lettura di un libro rivoluzionario!
Personalmente ho trovato prodigioso che un libro con lo stile narrativo del diario e un registro tendenzialmente giocoso e a volte scanzonato possa comunicare in modo così efficace e presentare le vite parallele (nel senso che non si incontreranno mai?) di Napoli e di Tokyo.

Angelo Michele e Tonio, zio e nipote. Il primo, 94 anni, ogni mattina muove tremila passi e li conta con una specie di corona. Vorrebbe sapere qualcosa di più sulla longevità dei giapponesi e mi chiede se è tutto merito del the. Tonio, 65 anni, (il lupo perde il pelo, ma non il vizio) vuole conoscere Kimi Matsujama.

Zia Nicolina (quella che nella foto BW del balcone aveva 80 anni) ora novantatre anni, pasta in casa quasi tutti i giorni festivi, capisce la dipendenza della pasta che si fa sentire in terra straniera e solidarizza.
Iba ha scelto ENAKAPATA per perfezionare il suo italiano.

Giuseppe Storto, appassionato studioso di storia locale, produttore dell’eccellente olio “Sperone del gallo”, monovarietale, legge il libro prima di ribattezzare i suoi fichi ENAKAPATA.

Ornella, avvocato matrimonialista e housepastamaker, si chiede se nella ricetta del RAMEN i cavatelli possono sostituire i tagliolini all’uovo.

Bobo uno dei migliori cuochi molisani, cucina creativa ma legata al territorio, si chiede se la zuppa di pesce giapponese è più buona di quella termolese. Personalmente di giapponese amo Sashimi con Wasabi.

Questi giovani, universitari o laureati, hanno saputo del Riken e della tendenza dei giapponesi ad accogliere i cervelli in fuga, mi hanno chiesto come si dice in giapponese “Scusi con quale assessore bisogna parlare e che cifra si deve sborsare per potere essere assunti?” Ho avuto difficoltà a convincerli che non è così in Giappone ( e in Olanda e in America e in Germania….).

L’amico Tonino, pizzaiolo, of course, mi ha chiesto se l’autore di ENAKAPATA ha sentito più la mancanza della pastiera o della pizza Margherita.
Come sempre ” mi piace qui”
straordinario come al solito.
La semplicità dei gesti quotidiani, sotto lo sguardo del fotografo esperto, diventa arte.
Complimenti!!!
Bravo davvero….
le foto sono bellissime,comunicano cose che a parole non si possono esprimere…
Per Adriano…ma quanto sei pignolo!!!!
peggio di un prof. di Matematica!!!
:-)))))
Vi ringrazio tutti.
Viviana sto per mandare anche la versione B&W, grazie per il tuo entusiasmo
Maria, sei gentile, ti ringrazio.
Lucia Rosas grazie per i complimenti
Prometto che mi impegnerò di più l’anno venturo e spero di prendere un voto migliore in Serendipity
Bravissimo! Se sapessi come sono contenta che questa esperienza ti ha entusiasmato. Saluti e baci a casa.
COMPLIMENTI
Touchè!
Adriano ha trovato il pelo… nella pasta all’uovo!
Neppure Sherlock Holmes avrebbe fatto di meglio!
Se è per questo in ENAKAPATA non si parla neppure della via alla perfezione del bigliardino!
Adriano, dì la verità, sei stato colpito da Ornella!
Comunque grazie per i complimenti. Manderò anche una versione in bianco e nero delle foto.
Giancarlo sei un mito! Mi sono divertita moltissimo!!!! Le foto sono bellissime ed espressive in modo non descrivibile a parole…
vorrei tanto vederne alcune in bianco e nero, le immagino meravigliose ancor di più (se è possibile).
Grazieeeeeeeeeeeee
è fichissima questa realizzazione di Giancarlo, bravo: è creativa, divertente, ironica: molto ben fatta.
Nota
La ricetta del RAMEN è all’ultima pagina del libro mentre Ornella sta leggendo a poche pagine dopo l’inizio (ah ah ah ah ah)
Add-On
ne aggiungerei una così fatta: un assessore abbronzato con vestito blu, cravatta regimental e capello alla Denis Verdini che tiene tra le mani il libro sottosopra e lo guarda schifato. Didascalia: “ma come cazzo è scritto sto libro, in giapponese?”