Giuro che prima o dopo lo acchiappo. Nel senso che lo tocco, gli stringo la mano, se non si impressiona lo abbraccio. Tanto l’ho fatto già e mi è venuto bene. Con Piero Carninci e Franco Nori a Tokyo, Adriano Parracciani a Roma, Viviana Graniero, Concetta Tigano e Deborah Capasso de Angelis a Napoli. Sì, appena capita mi allungo (in senso metaforico, che già così ho difficoltà a trovare le giacche) a Bergamo e lo incontro.
Di chi sto parlando? Di Daniele Riva, of course, che di fianco all’incantevole “Il canto delle Sirene” gestiste un’altra bottega d’arte, “Nuvole Gialle” dove pubblica racconti.
Volete sapere cosa ha combinato oggi? Ha pubblicato un nuovo racconto e me lo ha dedicato. Ditemi voi io cosa devo fare. Ma fate presto. Perché tra poco metto l’ultimo punto al post e mi commuovo.
è toccante! ma siamo proprio sicuri che la follia sia da tenere sotto controllo con i farmaci?
A proposito, Vincenzo, se non ti spiace, allungati di qulache centimetro in più e abbraccialo anche per me!!!
Sogni e Allicinazioni: Per alcuni, o almeno per Daniele, Enakapata è come il peyote
eheheheheheh grande Adriano, stavo pensando la stessa cosa… e le allucinazioni a volte danno un nuovo volto alle cose, ci aiutano a guardarle da un’altra prospettiva…